La raccolta dell’acqua piovana

Già nelle epoche preistoriche l’uomo della Murgia aveva imparato la raccolta dell’acqua piovana in apposite cavità e a decantarla, al fine di utilizzarla per il proprio fabbisogno idrico. Tecniche antiche di sopravvivenza, espressioni di sfruttamento territoriale ed ambientale di grande ingegnosità, che arrivano fino ai nostri giorni e si traducono in un sistema eccellente di canalizzazione di acqua piovana destinata all’utilizzo quotidiano per gli abitanti dei Sassi.

Vasche e cisterne, dunque, dove l’acqua arriva tramite canalette scavate nella roccia, a cielo aperto o interrate, aventi la funzione di convogliare l’acqua dei tetti e delle scalinate. Veri e propri serbatoi idrici per la città sono invece rappresentati dai cosiddetti “Palombari”, cisterne di spettacolari dimensioni, interamente scavate nella roccia, chiuse da alti muraglioni, detti “palombe”; il Palombaro Lungo, sito sotto la centralissima Piazza Vittorio Veneto, è la più grande cisterna scavata in roccia d’Europa con una volumetria pari ad un palazzo a cinque piani.

Scoprite di più sulla raccolta dell’acqua a Matera con il tour storico-artistico “Sassi e Centro Storico” o con il tour emozionale “I Sassi: storia di vita vissuta”.