Arte e sacralità

Per tutto il Medioevo, il territorio materano vide l’arrivo di monaci benedettini, raggruppati in comunità monastiche, e monaci greco-ortodossi, cenobiti, eremiti ed asceti. Oltre 150 le chiese rupestri a Matera, sparse nel territorio della Murgia materana e all’interno delle valli dei Sassi, racchiuse all’interno di un’area protetta regionale, il Parco Archeologico Storico e Naturale delle Chiese Rupestri, istituito nel 1990 per garantire maggiore valorizzazione, conservazione e fruizione dei siti racchiusi in esso, luoghi di preghiera e di grande fede e sacralità, rappresentanti un patrimonio storico-artistico di inestimabile pregio e valore.
Le chiese rupestri conservano infatti affreschi e dipinti murali di grande qualità ed eccezionale fattura, di stampo latino-romanico o bizantineggiante, perfettamente conservati a dispetto del tempo e delle incurie. Ne sono un esempio le splendide Chiese rupestri di Santa Maria de Idris e San Giovanni in Monterrone, scavate nel pieno Medioevo all’interno del massiccio roccioso del Monterrone, al centro della valle del Sasso Caveoso, o la Chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve, a pianta basilicale a tre navate, con elaborata architettura ecclesiastica, già presente nell’VIII secolo, o ancora Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, San Pietro Barisano, ecc.

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